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di ricchezza. Il costo dello zafferano era
particolarmente elevato: 500 grammi
valevano a quel tempo quanto un cavallo!
Ciò che rendeva questa spezia tanto
desiderabile per i nobili in cerca di uno
status-symbol da sfoggiare erano quei
filamenti che tingevano di sfumature
d’oro tutto ciò che toccavano,
annunciando ai commensali le indubbie
fortune del padrone di casa. Di fatto
le tavole più raffinate e i banchetti
più importanti erano imbanditi
con i cibi dorati con lo zafferano.
Nuoro
Piccola zona di produzione
dello zafferano in Sardegna,
come testimonia un antico
proverbio locale, che in dialetto dice:
“S’ainu non manicat tafferanu”,
tradotto in italiano “soltanto gli asini
non mangiano lo zafferano”.
Oro vermiglio
Questo è il colore dello
zafferano, giallo come l’oro
e per questo fin
dall’antichità spezia così preziosa
e seducente! Il suo colore è da sempre
sinonimo di ricchezza materiale e
spirituale, di benessere, gioia e felicità!
Ancora oggi in oriente si usa regalare
lo zafferano per augurare vita lunga e
prosperità a chi lo riceve. Il suo colore
giallo dorato ci richiama anche il colore
del sole apportatore di vita, luce e
calore. Usiamolo dunque ogni giorno
sui nostri piatti, ci dona sapore,
benessere e anche gioia ed allegria!
Piatti
tradizionali
a base di zafferano.
Molti si ritrovano in
Oriente e Medio Oriente,
altri, nelle varie regioni d’Italia.
Dal risotto alla milanese, alla zuppa
di pesce marchigiana oltre al palombo
e al coniglio abruzzesi, alle cozze
e all’agnello di Sardegna fino alla Sicilia
con gli arancini, la pasta con le sarde
e un formaggio, la Tuma di Enna,
con grossi grani di pepe all’interno
e una patina esterna gialla perché viene
colorata con lo zafferano.
Qualità
dello zafferano.
La si scopre aprendo una
bustina di zafferano in
polvere che, per definirsi
di buona qualità, deve essere di colore
rosso vivo, di aspetto uniforme, senza
puntini bianchi e con un umidità del 6-7%.
N
come…
O
come…
P
come…
Q
come…
